Terapia Biosistemica

La terapia biosistemica si ispira ad una concezione di rispetto dell'individuo nei confronti di se stesso e degli individui fra di loro, dove prevale un approccio orientato alla comprensione profonda del vissuto piuttosto che al suo giudizio.

Essa viene definita "a mediazione corporea" poiché considera fondamentale per la comprensione dei vissuti emotivi di un individuo l'osservare come essi si riverberano in termini di sensazioni e vissuti corporei.

Il corpo non acquista senso solo come esteriorità della persona, ma esprime la persona stessa e, ancora di più, influenza e determina i vissuti di un individuo.

Un vissuto psicologico può rappresentarsi nel corpo (ad esempio una tensione conflittuale può influenzare la postura) così come da un gesto possiamo risalire e lavorare sulle emozioni in esso concentrate.

Nel lavoro psicoterapeutico questo binomio con i vissuti corporei è quindi imprescindibile e permette un approccio globale con l'individualità del paziente.

Poiché la relazione corporea è necessariamente biunivoca anche il terapeuta dovrà osservare le proprie modificazioni corporee e la complessa interazione con il paziente stesso.

Spesso il terapeuta può domandare in quale zona del corpo il paziente localizza un determinato vissuto emotivo di cui ha appena parlato con domande del tipo "mentre mi parli di questo avverti qualche cambiamento nel tuo corpo? Se si, puoi indicarmi dove?" e questo lavoro non solo permette di ampliare il vissuto emotivo del paziente e quindi di lavorarci ma fornisce al terapeuta importanti elementi valutativi.

Conducendo la propria attenzione su quel settore corporeo intriso, in quel momento, di quell'emozione, si possono permettere ulteriori livelli di elaborazione psichica.

Come si sarà notato, l'emozione è centrale in questo approccio poichè "...è come un fiume: se è secco siamo nel deserto; se è sovrabbondante, anneghiamo. Il terapeuta cerca di meritarsi la fiducia del paziente: in questo modo egli diventa come gli argini di questo fiume, aiutandolo a trovare la sua forza in un contesto di sicurezza" (Liss J., Stupiggia M. La terapia Biosistemica, 1994).

Il dibattito attuale ha ormai riconosciuto quale ruolo fondamentale possano avere le emozioni nella salute psichica e nelle alterazioni psicopatologiche di un individuo.

La Biosistemica concentra molti dei propri sforzi nel ricercare quei paradigmi di vita che garantiscano uno stato di rispetto per quelli che sono i ritmi e le esigenze naturali del nostro organismo.

Sarà il paziente stesso a riconoscerli come finalmente funzionali ad uno stile di vita più rispettoso di alcuni aspetti cruciali come, ad es., crearsi uno spazio di vita autentico e rispondente ai propri bisogni che non nega l'Altro ma è in grado di confrontarsi in maniera ampia e matura con esso.

E.Gelhorn, ad esempio, evidenziò, con le sue ricerche, come la salute fisica ed emozionale dipenda dall'alternanza e reciprocità del sistema Simpatico e Parasimpatico, elementi del Sistema Nervoso Autonomo.

Terapia Biosistemica

Il primo è preposto all'azione mentre il secondo alle attività di recupero delle energie.

Uno dei presupposti del benessere psichico di un individuo si ha nella possibilità che la cosiddetta curva energetica (cioè il regolare susseguirsi di stati di attività seguiti da stati di riposo) possa manifestarsi compiutamente.

E non solo rispetto al ritmo generale della vita dell'individuo, ma anche nell'esprimere un singolo vissuto emotivo.

Ogni emozione deve poter avere un momento espressivo (attivo) seguito da un momento ricettivo (più passivo e di ascolto di sè).

Ecco che quindi, partendo dal dibattito attuale sulla natura e sulla funzione delle emozioni, all'interno del quadro fisiologico e patologico dell'individuo, questo indirizzo sviluppa una visione della psicoterapia che combina teorie neurofisiologiche (Laborit, Gellhorn ecc...) e modelli psicologici (Stern, Kohut ecc...) in un'ottica sistemica.

La concezione sistemica diventa cruciale nel momento in cui considera l'individuo e le parti di un individuo come elementi attivi all'interno di un insieme composto da altri elementi, ciascuno influenzante l'altro.

L'emozione è infatti un elemento complesso che prevede la compresenza dinamica di azioni, pensieri e vissuti e solo quando possiamo sperimentare questa completezza l'emozione è vissuta in maniera piena.

Pensiamo ad esempio alla possibilità di dichiarare la propria rabbia, sentirla profondamente e rappresentarla in un esercizio psicocorporeo insieme al terapeuta, in un ambiente predisposto per permettere questo.

Proprio dall'incontro di queste aree dell'emozione, spesso straniere tra loro, emerge il senso profondo del modello biosistemico, che esplora in maniera articolata l'eterno e misterioso problema del rapporto mente-corpo e getta le basi di una pratica terapeutica che tiene conto sia delle riflessioni psicoanalitiche, sia dei recenti risultati delle neuroscienze (J.Liss, M.Stupiggia, La terapia biosistemica, F.Angeli, 1994).

Ansia, attacchi di panico, depressione, disturbi psicosomatici e disturbi post-traumatici trovano in questo tipo di terapia un valido strumento di cura.

L'atteggiamento è umanistico-fenomenologico e di conseguenza ci rapportiamo primariamente alla persona, piuttosto che al disturbo.



Bibliografia:

  • Liss J., Stupiggia M.  La terapia Biosistemica, F. Angeli, 1994
  • Liss J.,   La comunicazione ecologica, Ed. La Meridiana, 1992